Le consolles di Carlo Enrico Rava #4

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Tra i progetti presentati alla mostra Lo Stile nell’Arredamento Moderno, allestita a Milano da Fede Cheti nel 1948, uno in particolare destò grande stupore e consensi entusiasti. Era un piccolo tavolo da muro, più comunemente denominato consolle, progettata da Carlo Enrico Rava (Cernobbio 1903 – Milano 1986), in cui la struttura si snodava e si fletteva senza interruzioni in un bilanciato variare di curve e controcurve, e dove il legno era trattato con finezze da liutaio fino a raggiungere la massima leggerezza consentita all’ebanisteria.
L’oggetto divenne ben presto il simbolo della manifestazione, celebrando la rinascita della qualità esecutiva associata all’esplosione inventiva.



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Realizzata a Cantù da Marelli e Colico, ricorrendo all’uso del pregiato palissandro Indiano, al termine della manifestazione era regolarmente esibita all’interno dell’esposizione di vendita dell’omonima azienda, ricavata nei locali posti al di sopra del laboratorio, e insieme ad altri prodotti formava delle piccole e complete ambientazioni da mostrare alla clientela, in prevalenza proveniente da Milano.



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Custodita e tramandata al pari di un pezzo da museo, è oggi parte della collezione privata di Eredi Marelli, naturale prosecuzione dell’originaria bottega, e fa bella mostra di sé all’ingresso della rinnovata sede aziendale, completata nel 2017.
Rieditata per l’occasione in due soli esemplari, uno dei quali disponibile su richiesta nella nostra divisione contemporanea, esprime il senso profondo della maestria artigianale, tramandata negli anni.

Misure: cm.80x28,5xh.83,5



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Quell’oggetto così delicato e paragonato ad una ballerina “sulle punte”, per Carlo Enrico Rava non fu che il primo di una serie di sperimentazioni sul tema della leggerezza strutturale applicata alle consolles, dando forma in un breve arco di tempo ad una serie di stupefacenti varianti. Nel 1949 infatti, nasce il modello binato: una sorta di raddoppio dell’originaria consolle, con un ampio piano a mezzaluna e completata alla base da un lungo traverso di irrigidimento strutturale, arcuato come gli altri a creare un disegno di rinascimentale memoria.



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A brevissima distanza, quasi a voler tendere precocemente verso una naturale semplificazione delle linee, vide la luce il modello con struttura in legno di mogano e piano in marmo. Curve e controcurve delle precedenti versioni si sono smaterializzate pur senza scomparire, in un sottile gioco di nuove sezioni, equilibri e riflessi.
Come in questo raro esemplare del 1950, con piano in Rosa Portogallo di ridotto spessore a contrasto su struttura in mogano tinto palissandro.

Misure: cm.135,5x29xh.91,5



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Curiosamente, quest’ultimo modello conobbe due esecutori diversi, pur entrambi di Cantù: alla già affermata Marelli e Colico, si affiancò la decisamente meno nota Tagliabue Stefano e Figli, a testimonianza di come la capacità manuale del territorio fosse una prerogativa alquanto diffusa.



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Carlo Enrico Rava fu una figura singolare: in un primo tempo convinto sostenitore dell’avanguardia razionalista italiana, ripiegò ben presto in ambiti ancora legati alla tradizione, trovandovi una clientela culturalmente preparata nel comprendere la raffinata eleganza dei suoi progetti. Molti dei suoi lavori sono raccolti nel libro Arredamenti di Rava, edito da Görlich nel 1949.
E’ considerato un oggetto introvabile, e ancora oggi rappresenta l’unica testimonianza completa sul lavoro di questo incredibile architetto.

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